

A tutti sarà capitato di imbattersi in uno di quegli annunci o banner pubblicitari che promettono guadagni da rockstar stando comodamente seduti sulla poltrona di casa o dedicando al lavoro solo poche ore al giorno.Qualcuno avrà pure avuto esperienza diretta entrando in contatto con i promotori di tali sistemi “miracolosi”.
Il finale il più delle volte è scontato, come quello di un film d’amore a lieto fine: alla fine tutto va come deve andare. Lui ama lei, lei ama lui, ma lui non può amare lei perché “l’amore fa schifo”, ma poi alla fine “non posso vivere senza di te” e “vissero tutti felici e contenti”.
Insomma, se il titolo non vi convince, il film può essere ancora peggio.
Per esempio, titoli come “Network Marketing”, “Multi-level marketing”, “MLM”, “Vendita piramidale”, a quale genere di film vi fanno pensare?
Aspettate a rispondere. Facciamo un passo indietro e vediamo di capire di cosa si tratta prima di lanciare maledizioni e anatemi o di azzardare risposte degne della più spietata critica cinematografica. Anche perché, ironia a parte, qui non si parla di finzione, ma di vita reale, parliamo di persone vere, di famiglie e non di attori o pellicole.
Il network marketing (detto anche marketing multilivello o vendita piramidale, MLM o in decine di altri modi) è un modello di business che consente a un venditore di guadagnare non soltanto sulle proprie vendite, ma anche su quelle effettuate dai suoi “discepoli” (e dai discepoli dei suoi discepoli) in una spirale ascensionale potenzialmente tendente all’infinito.
Un esempio ci aiuterà a chiarirci le idee: Luca è uno stimato venditore di shampoo e, come ogni venditore che si rispetti, guadagna sulla vendita diretta dei prodotti. Luca, però, oltre ad essere un bravo venditore, è anche un bravo persuasore e riesce a convincere tre suoi amici a vendere lo stesso shampoo, guadagnando una percentuale anche sulla vendita effettuata da ciascuno dei tre. A loro volta gli amici di Luca reclutano altre persone disposte a vendere lo shampoo assicurandosi un guadagno per se stessi, ma anche per Luca. Risultato: Luca guadagnerà sul suo lavoro, ma anche su quello dei suoi amici (e degli amici dei suoi amici).
La domanda, a questo punto, sorge spontanea: “Ma tutto questo è legale?”
Nel 2005 la Stato italiano si è preoccupato di regolamentare il marketing multilivello con la Legge 17 agosto n° 173 intitolata “Disciplina della vendita diretta a domicilio e tutela del consumatore dalle forme di vendita piramidali”.
Secondo l’art. 5 della stessa legge “Sono vietate la promozione e la realizzazione di attività e di strutture di vendita nelle quali l’incentivo economico primario dei componenti la struttura si fonda sul mero reclutamento di nuovi soggetti piuttosto che sulla loro capacità di vendere o promuovere la vendita di beni o servizi determinati direttamente o attraverso altri componenti la struttura”. Il secondo comma, poi, vieta “la promozione o l’organizzazione di tutte quelle operazioni, quali giochi, piani di sviluppo, ‘catene di Sant’Antonio’, che configurano la possibilità di guadagno attraverso il puro e semplice reclutamento di altre persone e in cui il diritto a reclutare si trasferisce all’infinito previo il pagamento di un corrispettivo”.
Chi ha avuto “il piacere” di conoscere il network marketing (esistono aziende di dimensioni planetarie che fondano il loro business su questo sistema), generalmente vive uno stato psicologico simile all’innamoramento, ma il più delle volte finisce per “scottarsi”. Il network marketing, infatti, può essere un amante molto pericoloso. Stuzzica l’interesse, si concede al primo appuntamento ed è in grado di esercitare un potere magnetico tanto straordinario quanto perverso.
Sono davvero tantissime le testimonianze di persone che ci hanno rimesso soldi, affetti e persino la salute. Ma come può un modello di business produrre effetti tanto devastanti?
La risposta la lasciamo a voi, alla vostra curiosità, alla voglia di conoscere, approfondire, dubitare. Nel lavoro, come nella vita, sono qualità impareggiabili.
Intanto il buon Luca sorseggia un Mojito dal suo attico di Miami e si gode il meritato riposo. Lavorare solo due ore al giorno può essere davvero faticoso, soprattutto per un venditore di shampoo che capelli non ne ha.